Il Perugino per tutti

Percorso cicloturistico permanente


“Il Perugino per tutti” diventa un percorso cicloturistico permanente. Promosso dai Comuni di Foligno, Assisi e Spello, nasce come percorso itinerante alla scoperta di quattro opere del pittore Pietro Vannucci detto il Perugino, in occasione dell’anniversario dei 500 anni dalla sua morte.

Conclusesi a settembre 2023 le 9 visite guidate in e-bike e navetta,  il percorso ad anello sarà fruibile tutto l’anno e potranno essere ripercorse le tappe dei siti culturali delle tre città.

Le Opere

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Foligno | Oratorio della Nunziatella

"Battesimo di Cristo", affresco (1508-1513)

Assisi | Basilica di Santa Maria degli Angeli

"La Crocifissione", affresco (1485-1486)

Spello | Chiesa di Santa Maria Maggiore

"Cristo in pietà tra i santi Giovanni evangelista e Maria Maddalena", affresco (1521) - "Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Caterina d’Alessandria", affresco (1521)

Foligno | ORATORIO DELLA NUNZIATELLA

Battesimo di Cristo

1508-1513, affresco

Edificato tra il 1490 e il 1494, in pieno stile rinascimentale, l’Oratorio della Nunziatella ospita l’unica opera del pittore Pietro Vannucci detto il Perugino presente in città. Si tratta dell’affresco raffigurante Il Battesimo di Cristo (1513 ca.), parte della decorazione dell’Altare di San Giovanni Battista, voluta dal rettore della società dell’Annunziata, Giovanni Battista Merganti. Precedentemente realizzato nella Cappella Sistina, il Perugino ripropone a Foligno il tema del Battesimo di Cristo in forme più morbide e semplificate che si sviluppano intorno alla scena centrale, le cui figure protagoniste, San Giovanni intento a versare l’acqua sul capo di Cristo in preghiera, sono caratterizzate da grazia e leggerezza tale da far sembrare l’intera azione sospesa nelle acque del fiume Giordano. Angeli e cherubini incorniciano il sacro momento, affiancati da una colomba bianca, personificazione dello Spirito Santo che discende attraverso l’atto, sotto lo sguardo benedicente di Dio che dall’alto del cielo sorregge il globo.

ASSISI | BASILICA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI

La Crocifissione

1485-1486, affresco

Della Crocifissione (1485-1486) posta sulla parete posteriore della Porziuncola ne parla Giorgio Vasari nelle Vite (1568), affermando: “fece nel muro dietro alla cappella della Madonna, che risponde nel coro de’ frati, un Cristo in Croce con molte figure”. Le vicende edificatorie successive che interessarono la chiesina e la grande Basilica mutarono drasticamente l’assetto spaziale e l’affresco del Vannucci, reso non agevole alla vista, ridotto in dimensioni, appare oggi un prezioso frammento di rigoroso impaginato dai forti connotati cromatici.

La committenza è assegnata ad Antonia di Simone, probabilmente presente nel gruppo delle Pie donne, che nel testamento (1486) decise di devolvere diciotto fiorini alla realizzazione di un’opera di grandi dimensioni per la quale fu dato incarico al Perugino.

Per quest’opera, Perugino segue il modello di analogo soggetto presente nella Basilica Inferiore di Assisi eseguito da Pietro Lorenzetti; l’impronta del Vannucci la si coglie tuttavia per il taglio chiaramente rinascimentale, per l’impianto scenografico delle figure nonostante le evidenti mancanze andate perdute.

Ben evidenti all’osservatore sono le figure della Vergine sorretta dalle donne, della Maddalena, di San Francesco – posto sulla destra – che abbraccia la croce, di soldati a cavallo, di astanti e di un bambino.

SPELLO | CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE

Cristo in pietà tra i santi Giovanni evangelista e Maria Maddalena

1521, affresco

Spello veste con dignità il suo aspetto antico, ha la grazia civettuola di una donna che sa restare giovane nonostante il tempo passato. Si visita la Chiesa di Santa Maggiore cercando la “Cappella Bella” del Pintoricchio, famosa per i tanti personaggi vestiti a festa, i colori squillanti, l’autoritratto di un pittore non ancora cinquantenne. Poi, se ci si accosta all’altare maggiore, si viene accolti da due piccoli altari ai lati dell’abside dove fu attivo un pittore non più giovane, che non ebbe bisogno di maniere forti e di colori vivaci per attirare l’attenzione del pubblico. Uno degli altari ritrae una madre già anziana con in grembo un figlio già cresciuto. È morto ma sembra piuttosto che dorma. Che la storia sia priva di dramma lo prova l’espressione dei due santi, composti nel piangere. A lettere cubitali a piedi del trono è scritto il nome del signore che lasciò i soldi per dipingere il quadro: “Michalangelus Andine”. Quasi non si legge il nome del pittore, che compare in due minuscole tabelle quasi fossero farfalle in volo: “Petrus de Castro Plebis / PinxitA.D. MDXXI”.

Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Caterina d’Alessandria

1521, affresco

Nel secondo decennio del ’500 la collegiata di Santa Maria Maggiore fu rinnovata da un architetto di nome Rocco da Vicenza. Il quale cercò a Perugia un pittore che dipingesse due altarini all’ingresso del presbiterio. La scelta cadde su Giannicola di Paolo, che il 29 maggio 1520 s’impegnò a completare l’opera nel settembre seguente per un compenso di 25 ducati d’oro. Evidentemente Giannicola non rispettò l’impegno e al suo posto fu chiamato a Spello un pittore già anziano ma a suo tempo assai famoso: Pietro Vannucci detto Il Perugino, che il 7 marzo 1521 fu cercato a Perugia e il giorno seguente era già a Spello per firmare un contratto identico a quello di Giannicola. Nei mesi di marzo e di aprile sono registrate varie uscite di denaro “per Mastro Pietro pinctore, che pense la cappella de sancto Iohanne et la Cappella de sancto Biascio”. Il 25 aprile il lavoro era finito, così il 31 maggio i canonici ne festeggiarono la conclusione invitando a pranzo “Mastro Pietro pinctore et Mastro Roccho” da Vicenza.

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